Eccomi qui con le gambe stanche, le ginocchia appesantite e la schiena indolenzita ma con gli occhi pieni di immagini memorabili e il cuore ricco di gioia, a raccontarvi di una delle più dure Gran Fondo di ciclismo presenti sul territorio Italiano, vi sto parlando della Gran Fondo Stelvio Santini.
Da 5 anni durante la prima settimana di Giugno a Bormio prende il via la Gran Fondo Stelvio Santini, e da 5 anni io sono sempre presente alla griglia di partenza!
Come mai non ho perso nessuna edizione di questa Granfondo? Beh, leggete l’articolo e lo scoprirete!
La GF Stelvio Santini parte da Bormio e si dirige verso il fondo della Valtellina, giunti a Teglio (846m slm), dopo una breve salitina di 6 km, i ciclisti si muovono verso un’altra piccolissima salita che li porta a La Motta (640m slm), piccolo paesino situato sulla strada per l’Aprica, da qui inizia la gara vera e propria, infatti i concorrenti si dirigono verso l’epica salita del Passo del Mortirolo (1727m slm). Giunti al Passo del Mortirolo si ritorna a Bormio per affrontare l’ascesa al Passo dello Stelvio (2758m slm) e terminare la gara.
Il percorso sopra descritto è lungo 151km e vanta un dislivello di 4058m.
Esistono anche altri due percorsi, il percorso medio (137.9km, 3053m d+) e il percorso corto (60km, 1950m d+), ma la vera Stelvio Santini è solo una, ed è rappresentata dal percorso lungo.
La GF Stelvio Santini è una competizione che mette a dura prova i propri concorrenti, specialmente gli amatori come me, in quanto ti trovi ad affrontare la salita del Passo dello Stelvio con le gambe martoriate dalla Regina di tutte le salite, il Passo del Mortirolo.
L’ascesa al Mortirolo è dura, durissima, e quando a 2 km dalla fine della salita pensi di avercela fatta ecco che arriva il tratto di strada più duro ed impervio con pendenze superiori al 20% e il manto stradale formato da cemento grumoso che rende più difficile il controllo della bici.

Ma andiamo con ordine.
Ore 5:00am la sveglia suona impietosa nell’appartamento che ho preso in affitto in Valdidentro con la mia ragazza, mio cugino ed un gruppo di amici.
Appena alzato abbondante colazione a base di banana, pane e marmellata, Thè alla pesca, fette biscottate con miele e due panini con prosciutto cotto!
Mi vesto con pantaloncini da ciclismo, maglia termica smanicata, maglia da ciclismo, caschetto, occhiali, scarpe da ciclismo, anti-vento smanicato e k-way a maniche lunghe.
Nelle tasche posteriori della maglia da ciclismo metto un gel, trovato nel pacco gara, e 5 barrette energetiche che potrebbero sempre tornare utili nei momenti di sconforto!
Ore 6:20 sono pronto in sella alla mia mitica Decathlon b-Twin bianca e gialla acquistata circa 7 anni fa!
Perchè utilizzo l’aggettivo ”mitica” per una semplice bici Decathlon b-Twin bianca e gialla acquistata circa 7 anni fa? Beh, semplice, perchè questa bici ha concluso tutte le edizioni della GF Stelvio Santini!
Molti dicono che per andare più forte dovrei cambiare la bici e prenderne una più leggera e performante, io rispondo loro che, per noi amatori/tapascioni, non è la bici a fare la differenza, ma bensì la Testa e il Cuore.
Inoltre la mia Decathlon b-Twin bianca e gialla acquistata circa 7 anni fa, ha qualcosa che una bici nuova non avrebbe, ha fantastiche storie di fatica da raccontare e questo vale molto di più del carbonio o del titanio.
Tuttavia, dopo questa breve digressione, è giusto tornare alla GF Stelvio Santini.
Ore 6:30 arrivo alla partenza (Bormio) della GF, consegno la mia sacca con i vestiti di ricambio post-gara e dopo un breve saluto alla mia fortissima ragazza, in gara nel percorso medio, mi inserisco nella griglia di partenza colore Rosso.
Io ho un pettorale di gara importante, importantissimo oserei dire, sono il numero 12, un numero che pesa, un numero che fa sognare, soprattutto sapendo che gli iscritti totali sono più di 3000.
Il mio pettorale di colore rosso mi da diritto ad essere inserito, come detto in precedenza, nella griglia di partenza di colore Rosso, che fortunatamente, è la prima griglia a partire!
Il meteo è clemente (10° circa) e, seppur nuvoloso, non sembra intenzionato a regalarci una partenza sotto la pioggia.
Ore 7:08 ecco che il Signor Pietro Santini da il via alla quinta edizione dell GF Stelvio Santini!
La partenza è in discesa a velocità controllata, in quanto per uscire da Bormio bisogna affrontare una rotondo abbastanza stretta che potrebbe risultare pericolosa con tanti ciclisti.
Dopo circa 5km di discesa la safety car dell’organizzazione che obbligava ad una velocità controllata i partecipanti, si sposta e i ciclisti sono liberi di far andare le loro bici!
Reputo che la partenza sia il punto più critico e pericoloso di tutta la gara, in quanto i concorrenti sono tutti in gruppo e si raggiungono velocità elevate, basta una lieve distrazione per provocare rovinose cadute (che per fortuna in 5 edizioni io non ho mai visto).
I primi 45/50 km sono per la maggior parte in falso piano in discesa e pianeggianti.
Al 50°km circa inizia la prima salitella che ci porta verso Teglio a quota 846m slm.
Purtroppo questa prima salita è assai affollata e vi è un punto nel quale tutti i concorrenti sono obbligati a scendere dalla bici a causa di una strettoia. (nelle prime 3 edizioni il numero di partecipanti era tale da permettere un flusso migliore e quindi non obbligare i concorrenti a spingere la bici).
Rimontati in sella dopo circa 300m nei quali si spinge a mano la bici, si arriva agevolmente al primo ristoro situato all’inizio della discesa di Teglio.
Io, non essendo particolarmente affamato, decido di saltare il ristoro e continuare la discesa.
Questa dicesina è assai graziosa e si può godere di un discreto panorama sulla sottostante Valtellina.
Importante affrontare la discesa in sicurezza e rilassarsi in vista delle fatiche successive.
Tornati nel punto più basso dell valle si attraversa il Fiume Adda e ci si inserisce sulla SS39, strada che porta all’Aprica.
Dopo soli 4 km di leggera salita si giunge a La Motta e si inizia una breve discesa in direzione Tovo di Sant’Agata.
Giunti a Tovo di Sant’Agata vi è un ricco ristoro pieno di frutta fresca, pane e nutella, crostate alla marmellata e panini con bresaola e prosciutto cotto.
Subito dopo il ristoro i concorrenti possono scegliere se seguire il percorso lungo oppure percorrere il percorso medio e tornare a Bormio senza affrontare il Temuto Passo del Mortirolo!
Per me questa decisione è inesistente, perchè, come già detto in precedenza, la vera Stelvio Santini è solo una, il percorso lungo.
Ecco quindi che, carico di entusiasmo in sella alla mia Mitica Decathlon b-Twin bianca e gialla, giro a destra in direzione Passo del Mortirolo.
La salita è lunga circa 11 km e si fa riconoscere fin da subito con pendenze al 18%.


L’ascesa è caratterizzata inizialmente da tornati abbastanza pendenti su una stradina asfaltata immersa in un bosco relativamente fitto.
I tornanti si susseguono uno dopo l’altro lasciando fortunatamente delle piccole piazzole pianeggianti che permettono di rifiatare qualche secondo.
Il manto stradale fino 2km dalla fine è formato da asfalto che garantisce una buona aderenza, tranne in qualche punto dove le foglie bagnate fanno slittare la ruota posteriore.
Giunti al 9° km di salita inizia la vera fatica.
Infatti negli ultimi 2km si trovano inclinazioni che raggiungono il 23% e, come se ciò non bastasse, il manto stradale si trasforma dall’asfalto ben livellato ad un cemento rugoso che rende la salita e il controllo della bicicletta ancora più arduo.
L’ennesimo fattore che trasforma questi due km conclusivi in un ”muro invalicabile” è rappresentato dal fatto che la strada, stretta, è piena di ciclisti in difficoltà intenti a spingere a mano la propria due ruote in fibra di carbonio.

Terminati questi due ultimi interminabili km si giunge finalmente al ristoro posto sul Passo del Mortirolo.
Dopo una doverosa e rigenerante sosta al ”buffet” a base di frutta fresca, pane e Nutella, crostate con marmellata e frutta secca, è già tempo di ripartire alla volta di Bormio dove si trova l’ultimo cancello da oltrepassare non oltre le ore 14:15.
Prima di continuare la mia narrazione, ahimè vi devo raccontare di quanto mi è successo a circa 1km dalla vetta del Mortirolo.
Avendo partecipato e terminato tutte le 4 edizioni precedenti della GF Stelvio Santini, la mia sfida personale non era tanto quella di giungere al termine della gara, ma bensì quella di rimanere in sella senza mai appoggiare il piede a terra per tutta la salita del Mortirolo.
Mio malgrado quest’anno ho fallito.
A mia discolpa va il fatto che forse non è stata solo colpa mia, in quanto, proprio mentre ero nel massimo dello sforzo, intento a non mollare, il concorrente davanti a me è scivolato all’improvviso chiudendomi il passaggio.
Sconsolato ho realizzato in meno di un secondo che se non avessi posato al suolo il piede sarei rovinosamente caduto sul freddo e rugoso cemento.
Demoralizzato e furente mi sono piegato al volere del Passo del Mortirolo e, spingendo la mia Mitica bicicletta, che tante gioie mi regalò proprio su questa salita, realizzai di aver fallito.
Tuttavia mi resi conto che la salita non era finita e che ancora poteva regalarmi tanta sofferenza, fatica, ma più di tutto tante emozioni. Quindi, seppur con l’animo ferito, decisi di provare a risalire in sella per concludere dignitosamente la Regina di tutte le salite.
Provai una prima volta senza successo, la seconda caddi al suolo, la terza riuscii.
Dopo questo breve inciso è ora di tornare al racconto della gara.
Eravamo rimasti al ristoro posto al termine della salita del Mortirolo.
Indossato il k-way anti-vento torno in sella per godermi 8 km di discesa prima di uno straziante falso piano in salita di circa 20km che mi riporta a Bormio.
Questo straziante falso piano in salita di circa 20km resta, a parer mio, un punto chiave della gara, in quanto, le gambe, già martoriate dalla crudele erta al Mortirolo, sono ora impegnate a combattere contro questa leggera ma costante pendenza che porta i concorrenti ad esaurire le ultime forze. Inoltre, per i tapascioni come me, non vi è solo uno sforzo fisico, ma anche una angoscia mentale di non riuscire a raggiungere l’insigne Bormio entro il cancello delle 14:15 e quindi di non avere l’onore di scalare l’infinito Passo dello Stelvio.
Guardando l’orologio mi rendo conto che l’arrivo a Bormio entro le 14:15 non è poi cosa impossibile, quindi decido di non spendere troppe forze e, mantenendo una agile andatura, porto a termine quei malefici 20km di falso piano in salita!
L’arrivo a Bormio è sempre bello, soprattutto perchè ad attendere noi ciclisti sfiniti nel fisico ma forti nell’animo, c’è un ristoro degno dei migliori buffet di un hotel a cinque stelle! In verità il ristoro non è poi tanto diverso dagli altri, ma la fatica compromette la percezione della realtà a tal punto da far apparire questo ristoro come un’oasi rigogliosa all’interno di un secco ed arido deserto Sahariano.
Poggio la bici con le gambe incatramate e sfinite, ma consce del fatto che il bello deve ancora venire!
Giusto il tempo di mangiare qualche frutto, qualche porzione di crostata e qualche pezzo di panino al prosciutto che è già tempo di ripartire!
Questa volta la meta è sublime, la destinazione è l’arrivo.
La gara termina in cima al Passo dello Stelvio, la celebre Cima Coppi, posta a 2758m slm laddove le aquile fanno da padrone e le nevi stentano a sciogliersi!
Mancano solo 21km all’arrivo, gli ultimi infiniti 21km tutti in salita!
La salita allo Stelvio, partendo da Bormio, è più facile rispetto al Mortirolo, tuttavia la difficoltà è rappresentata da uno sviluppo, in termini di km, quasi il doppio del Mortirolo e ovviamente dal fatto che la si affronta dopo circa 130km di gara nei quali i concorrenti hanno compiuto l’ascesa al Passo del Mortirolo.
Dettagli salita Passo dello Stelvio da Bormio
- Lunghezza: 21.5 km.
- Quota partenza: 1225 metri
- Quota arrivo: 2758 metri
- Dislivello: 1533 metri
- Pendenza media: 7,60 %
-
Pendenza massima: 14,00 %

Pedalata dopo pedalata, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro, tornate dopo tornante, ora dopo ora, si arriva, stancamente, alla vetta del Passo più alto d’Europa!
L’arrivo della Stelvio Santini è sempre una grande emozione e penso di poterlo paragonare quasi ad un arrivo di un IronMan.
Inoltre quest’anno ho avuto la fortuna di tagliare il traguardo con la mia ragazza, in gara nel percorso medio, che ho incontrato a 5km dalla vetta dello Stelvio!
All’arrivo c’è solo una cosa da fare, prendere l’ambito cappellino FINISHER!

La maggior parte dei lettori starà pensando che la fatica sia finita qui, ma non è del tutto vero. Infatti, per concludere dignitosamente la GF Stelvio Santini, si deve anche scendere dal Passo dello Stelvio in bici! Cosa abbastanza banale, starete pensando, se non che, proprio nel momento in cui io, la mia ragazza e mio cugino stavamo iniziando a scendere verso Bormio, il cielo, triste per la conclusione di una gara tanto dura quanto affascinante, ha iniziato a piangere regalandoci 21 km di discesa sotto un acquazzone memorabile!
Che dire…ho provato a raccontarvi cosa è la GF Stelvio Santini, ma se volete davvero scoprirlo vi consiglio di viverla!
Si ringrazia la fortissima Alessandra Trolli per aver collaborato nella stesura del testo e gli amici Massimo D’Andrea e Nicolò Mussi per aver fornito alcune bellissime foto.
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