L’ultimo anfiteatro glaciale delle Orobie

Scritto da Mauro Maraschi

Oggi vi racconto di un’uscita di didattica su neve del corso AL1 e A1 della Scuola Padana di Alpinismo e Scialpinismo del C.A.I. di Cremona, Lodi e Crema.

NB: itinerario consigliato anche per scialpinisti.

  • Gruppo montano: Orobie Orientali
  • Punto di partenza: Valbondione (BG) 940m slm
  • Punto di arrivo: Vedretta del Trobio 2380m slm
  • Punto d’appoggio: Rifugio Curò 1915mslm
Mappa_2
Mappa del percorso
Elevation
Altimetria

Il ritrovo è previsto al parcheggio degli impianti sportivi. Dopo aver rapidamente controllato che tutti gli allievi avessero il rispettivo materiale, dopo aver distribuito le corde e i corpi morti, dopo un rapido controllo ARTVA, e dopo aver verificato che ciascuno si fosse autonomamente informato sulle condizioni del tracciato, la presenza di neve e il bollettino valanghe (nonostante le abbondanti nevicate dato a 2 a causa delle alte temperature), il direttore espone il programma della due giorni.

Subito dopo si parte, seguendo il sentiero 305 che costeggia il fiume Serio, che proprio nei pressi del Rifugio ha la sua sorgente. Si prosegue facilmente prima nel bosco e poi su una zona più aperta e senza vegetazione. Sull’altro lato della vallata si staglia il Pilastro di Maslana, che ci proponiamo di tornare a scalare!

Giunti ad un bivio, proseguiamo sulla traccia estiva (il tracciato invernale è la cosiddetta “direttissima” che segue i cavi della funicolare. Date le temperature, non c’è neve e non c’è pericolo di scariche) arrivando rapidamente ad un tratto più “aereo” dove la parete del Monte Verme risulta scavata (sono presenti corde fisse, nell’eventualità che qualcuno ne sentisse la necessità).
FOTO (2)
Sullo sfondo il Pizzo Coca

Giunti al Rifugio Curò, ci si disseta, si mangia un po’ di frutta secca e qualche barretta, si alleggerisce lo zaino e ci si sposta qualche centinaio di metri oltre, costeggiando sul lato destro il Lago di Barbellino, nella zona stabilita per la didattica.

 

FOTO (3)
Il Laghetto di Barbellino, col Monte Torena e il Pizzo Recastello

Qui viene spiegata la tecnica di progressione su neve, prima senza e poi con ramponi e piccozza. Gli allievi, suddivisi in gruppi e ciascuno supervisionato da un istruttore, mettono in pratica quanto spiegato. Vengono fatte prove di caduta, di auto-arresto, cambi di direzione e discesa su pendii ripidi.

Vengono poi spiegate le differenti tipologie di cordata (a 2 e a 3 componenti, conserva corta, media e lunga) e gli usi. Ci si lega, si controllano e si indossano i ramponi e nuovamente vengono messe in pratica le nozioni, adattate al fatto che adesso si indossano i ramponi, pertanto devono essere utilizzate tecniche differenti.

Si rientra al rifugio, dove ci aspetta una cena coi fiocchi!

Prima di andare a dormire, dopo un briefing tenuto dal direttore per organizzare le cordate, informare come sarebbe stata suddivisa la giornata successiva e tracciare lo sviluppo dell’itinerario, gli allievi ripassano la costruzione del cordino da ghiacciaio e ciascuno organizza lo zaino.

FOTO (4)
Incontri all’alba
Il mattino partenza alle 6.30, con l’obiettivo di invertire la rotta alle 9.30 per evitare pericoli a causa del modificarsi delle condizioni ambientali. Ci spostiamo poco oltre la zona battuta il giorno precedente: è stato deciso che gli allievi si sarebbero legati autonomamente così da vivere l’esperienza concreta della gestione della cordata durante una progressione, mentre gli istruttori sarebbero rimasti svincolati così da potersi muovere e verificare il corretto svolgimento delle manovre.
Entriamo in un canalino, che viene percorso a zig-zag fino ad una sella. Qui vengono invertite le cordate e si prosegue in una larga spianata, sotto all’imponente Recastello.
FOTO (5)
Canalino di partenza
FOTO (6)
La traccia prosegue, sulla destra la selletta della Vedretta del Trobio
Arriviamo in una conca, con un laghetto naturale: la traccia prosegue sulla destra, prima quasi senza pendenza e poi acquistandone. In poco tempo arriviamo alla Vedretta del Trobio (2380m slm).
Foto di rito e dopo poco torniamo suo nostri passi fino alla conca appena lasciata: qui è previsto il ritrovo per vedere e provare altre manovre.
FOTO (7)
Uno scorcio del ghiacciaio del Trobio

Viene mostrato come allestire una sosta definitiva partendo da una provvisoria, al fine di potersi svincolare dalla cordata, in caso di caduta del compagno, e poter così intervenire. Vengono inoltre mostrate la costruzione del fungo e l’allestimento della corda per la calata in doppia. Nel primissimo pomeriggio, si raccoglie nuovamente il materiale e si rientra al rifugio, secondo una traccia differente che percorre un canale più largo e ci conduce ad un pianoro a fianco del sentiero e da qui si prosegue fino al rifugio.

 

FOTO (8)
In discesa, di fronte al Lago di Barbellino

Sul sentiero di ritorno, col Big Boss ingaggiamo una ‘gara’ fino al parcheggio, superando uno dopo l’altro i gruppetti di escursionisti e runners che ci avevano preceduti nella discesa (noi con scarponi e zaino, il tutto ovviamente nella massima sicurezza)

Due giorni molto piacevoli e divertenti, passati in compagnia di un bel gruppo!

 

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