Buongiorno a tutti!
Oggi vi parlo di un viaggio Epico e Strepitoso!
Un viaggio che ci porta, e mi ha portato personalmente, sul Tetto d’Africa, sulla vetta del Kilimanjaro, la montagna più alta d’Africa!
Il Kilimanjaro fa parte di un gruppo di 7 Magiche Montagne, le Seven Summits, le montagne più alte di ciascuno dei sette continenti del Pianeta Terra.
Raggiungere la cima di tutte le Seven Summits è un sogno bellissimo, è un sogno di tanti, è un sogno, e come tale, per essere realizzato e tramutato in realtà, ha bisogni di impegno e forza di volontà!
La prima cosa che bisogna fare per realizzare un sogno è COMINCIARE, ed io ho iniziato da una montagna STREPITOSA E MAGICA, il KILIMANJARO!
Il Kilimanjaro è alto 5895m slm e, alcune vie di salita non presentano alcuna difficoltà tecnica (alpinisticamente parlando) tuttavia resta una grossa difficoltà, una di quelle contro la quale, a volte, non esiste modo di vincere, l’Alta Quota!
Per raccontarvi questo viaggio Sensazionale ho deciso di pubblicare il Diario di viaggio scritto dal Mitico Matteo Sarzi Amadè, un uomo, anzi, una Leggenda Vivente, che di viaggi e di Africa in particolare, se ne intende assai.
DIARIO GIORNALIERO
1° giorno – Partenza dall’Italia
Partiti da Milano e, in perfetto, orario arriviamo al Cairo.
2° giorno – Arrivo a Kilimanjaro Arusha
Il bus ci porta al Tourist Inn; decidiamo di andare a fare un giro al mercato dove veniamo avvicinati da un ragazzo che si offre di portarci in giro per il mercato per pochi scellini. Lo consiglio, vi permetterà di scoprire ogni angolo e di scattare foto senza che i locali se la prendano. A pranzo ci porta in un piccolo locale (gli chiedo un posto da africani).
3° giorno – Marangu gate 1970m – Mandara Hut 2700 m, 4 ore di cammino
Facciamo colazione in hotel e partiamo col bus privato verso le 9. Lasciamo in hotel i bagagli non necessari per il trek (lo zaino da dare ai portatori deve pesare il meno possibile).
Il viaggio dura circa 2 ore. E’ nuvoloso, pioviggina. Il Kilimanjaro non si vede nemmeno e ci fidiamo sulla parola delle guide che ci dicono che sta proprio davanti a noi.
Arrivati al Marangu gate facciamo la registrazione, conosciamo le guide e pranziamo con un packet lunch che ci dà il cuoco.

Iniziamo a camminare verso le 13. Il sentiero è semplice e molto ben tenuto, fatto di grandi scalini. La salita non è particolarmente impegnativa e “POLE POLE” (tradizione Piano Piano) camminiamo in compagnia delle nostre guide con le quali iniziamo a fare amicizia. Si cammina nella foresta pluviale, molto suggestiva e umida.

Arriviamo a Mandara Hut a quota 2700metri verso le 17; ci viene servito un thè caldo con pop corn. Dormiamo in due stanze collegate da una porticina, 6 per stanza.
Purtroppo il tempo è pessimo. Mangiamo, zuppa, verdure, carne, frutta. Poi riunione con il capo guida e nanna.
4° giorno – Mandara Hut 2700m – Horombo 3700m, 6 ore di camminoSveglia ore 7,30 alle 8 colazione e per le 9 cominciamo a camminare. Le nostre guide non sono di certo mattiniere! Lascio libertà al gruppo di svegliarsi quando vuole in modo che ognuno abbia i suoi tempi. Alle 8 colazione e alle 9 partenza sono i due orari tassativi.
Il paesaggio pian piano cambia e dalla foresta del giorno precedente si passa ad un paesaggio altrettanto bello, ricco di prati verdi ma con meno arbusti.

Verso le 12,30 pranziamo, (un succo di frutta, pane e marmellata, un pezzo di pollo e una banana).Anche i 2 vegetariani sono contenti del pranzo. Arriviamo a Horombo (3700m) per le 15.30 dove ci sistemiamo in 2 casette da 6 posti e beviamo come al solito thè e pop corn.

Il meteo è ancora incerto; riusciamo a vedere per brevi istanti la vetta che si fa largo tra le nuvole. Le casette non hanno riscaldamento; da questa sera alcuni avranno problemi di freddo la notte e dormiranno vestiti. Io dormivo con tuta termica, sacco a pelo leggero infilato dentro a un sacco a pelo medio (comfort 5 °C). Stavo benissimo! Cena alle 19, poi a letto.
5° giorno – Acclimatamento a Horombo 3700m (giornata facoltativa)
Dopo la colazione mattutina partiamo verso le 9 per una passeggiata di 4 orette totali alle Zebra Rocks.

E’ una giornata di relax che serve per acclimatarci. Si cammina leggeri, si scattano foto e si parla dell’indomani. Passiamo vicino al Mawenzi la seconda vetta più alta della Tanzania, 5149 metri.

Due del gruppo non hanno chiuso occhio durante la notte e non stanno benissimo. Rientriamo per le 14:00, pranziamo e poi giornata libera. Il meteo migliora un po’ e quando si intravede il sole tutti stanno decisamente meglio. Cena alle 19 nello stanzone con gli altri trekkers e poi a nanna.
I due ragazzi che avvertivano malesseri stanno meglio ma in compenso altri due hanno 38° di febbre.
6° giorno – Horombo 3700m – Kibo Hut 4700m, 5ore e 30 minuti di cammino
Da Horombo partiamo alle 8,30 dopo la solita colazione. In poco meno di 6 ore, pausa pranzo compresa, raggiungiamo Kibo Hut, verso le 15. Dopo un thè con pop corn e biscotti ci mettiamo a letto un paio d’ore.


Qualcuno è teso e passeggia un po’ nei dintorni. Abbiamo uno stanzone tutto per noi (siamo sempre in 12).
I miei due malati hanno ancora febbre che oscilla attorno ai 38°. Alle 17 pranziamo con pasta, carne e verdure. Nessuno ha problemi di appetito, mangiamo come leoni. Poi ci rimettiamo a letto. Ho un gruppetto che non fa altro che parlare di come vestirsi e di come sarà la salita; noto che gli altri diventano via via più tesi. Spiego al gruppo di distrarsi e di smetterla di pensare alla vetta. Faccio anche la predica sull’autoselezione e sul fatto che se si sta male è bene fermarsi. Conoscendomi sto mentendo spudoratamente a me stesso ma mi viene bene perchè tutti mi danno ragione e cercano di non parlare troppo dell’ascesa per non aumentare la tensione negli altri. Missione compiuta!
Riposiamo fino alle 23.30, il tempo sembra non passare mai. Mpunga si è raccomandato di mangiare e dormire, lo abbiamo fatto.
Alle 23.30 ci svegliano, beviamo un thè coi biscotti e ci vestiamo. I miei due febbricitanti hanno rispettivamente 38° e 39° di febbre. Parlo a quattrocchi con Mpunga che acconsente a farli partire. Mi preoccupa Andrea con la febbre a 39°; Mpunga lo mette tra lui e me. Il nostro accordo è che al primo cedimento lo facciamo tornare indietro. Zaino in spalla, siamo pronti a partire. Fuori ci sono 0° gradi. I miei ragazzi scalpitano come cavalli ai canapi al palio di Siena. Sollecito Mpunga, fa freddo e siamo fermi. Andiamo? Andiamo! Partiamo a mezzanotte e una manciata di minuti; altri gruppi ci precedono. Le luci delle nostre torce si uniscono a quelle di un incredibile cielo stellato. Guardo in su, come a cercare la vetta. E’ una notte magica!
7° giorno – Kibo Hut 4700m – Uhuru peak 5895m, 7ore, 30 minuti di cammino + discesa a Horombo 3700m 5 ore
“I giorni degni di essere ricordati nella vita di un uomo si contano sulle dita di una mano; il resto fa numero”. Beh, questo è uno di quei giorni degni di essere ricordati!
Dopo esserci incamminati lungo il sentiero alcuni di noi si lamentano per il passo lentissimo imposto dalle guide. Paziento un’oretta e mezza poi cedo alle insistenti lamentele di alcuni componenti del gruppo che chiedono un passo più veloce. Mpunga mi dice che questo è il passo giusto per arrivare tutti insieme in cima ma acconsente a fare staccare un gruppetto. Io e altri 3 accompagnati da una guida acceleriamo il passo, gli altri 8 continuano col passo “pole pole”.

Ai 5000 metri M. inizia a vomitare. Ha freddo e ogni volta che beve l’acqua gelida della borraccia vomita poco dopo. Facciamo alcune pause ma arriviamo al Gilman’s point verso le 6. La temperatura è di -15 °C e tira un vento gelido. M. ha vomitato già 4 volte. Parliamo e decidiamo di continuare tutti insieme. Dopo 45 minuti circa siamo a Stella point, il secondo traguardo. M. sta male ancora, barcolla, non riesce a tenere gli occhi aperti. A malincuore decide di tornare indietro. Dopo lunga trattativa convinco la nostra unica guida ad accompagnare M., lasciandoci proseguire da soli verso la vetta. Lo rassicuro di assumermi tutta la responsabilità. Abbiamo perso molto tempo; siamo da ore oltre i 5500m e il nostro fisico comincia a risentirne.

Proseguiamo lentamente, facendo brevi pause quando sentiamo i battiti crescere eccessivamente. Incrociamo altri trekkers che scendono bianchi in volto, sorretti dalle guide. Quando il mal di montagna si fa pesante si perde la capacità di coordinare gli arti e non si riesce a camminare.
Poco prima delle 8 raggiungiamo Uhuru Peak! E’ un’emozione letteralmente indescrivibile… pertanto non ci proverò nemmeno!

Dopo pochi minuti ci raggiunge R.. Ci racconta che 3 del secondo gruppo hanno mollato poco dopo i 5000 metri e sono tornati insieme a due guide che non stavano bene.
Iniziamo la discesa e via via incontriamo gli altri componenti del nostro gruppo che alla spicciolata stanno raggiungendo la vetta. Ogni volta è una festa di incitamenti e racconti A.ha superato la febbre, ha il volto stravolto e perso nel vuoto. Lo accompagna Mpunga che mi fa un sorriso d’intesa per rassicurarmi. Gli ultimi raggiungeranno la vetta in 10 ore di cammino; qualcuno viene portato giù a spalle ma alla fine pian piano facciamo tutti ritorno a Kibo Hut. Dopo aver riordinato le nostre cose beviamo un tè e ripartiamo per Horombo dove arriviamo tra le 17 e le 19. Cena e tutti a nanna.

8° giorno – Horombo 3700m – Marangu gate 1970m – Arusha, 4 ore di cammino
Dopo la colazione partiamo verso le 7.30; i due febbricitanti di ieri non possono camminare perchè hanno la febbre alta, pertanto chiedo di farli portare giù con la jeep (il servizio è gratuito). Facciamo sosta a Mandara Hut dove mangiamo qualcosa e poi ripartiamo, raggiungendo Marangu gate verso le 14. Ce la prendiamo con calma perchè la jeep dei malati non arriverà prima delle 15. Ritirati i diplomi che attestano il raggiungimento della vetta e salutate le guide, partiamo col minibus alla volta di Arusha dove giungiamo dopo circa 2 ore e mezza.
Fine
Ringrazio personalmente La Leggenda Vivente Matteo Sarzi Amadè per avermi permesso di pubblicare il diario del nostro viaggio scritto dalla sua sapiente mano.
Grazie a tutti.
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Ero presente e non posso che confermare la magnifica esperienza raccontata nei dettagli da Matteo: grazie a TriTrailTraining per avermi fatto rivivere quei momenti incredibili. Un viaggio che vale una vita!
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Grazie a te per il tuo prezioso commento e soprattutto la tua preziosa partecipazione in una delle avventure più grandi della nostra vita
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